Creating CSS Menus Css3Menu.com


ScoiattoloGrigio.org
Il tentativo di manipolare l'opinione pubblica

Oltre alla volonta' di morte c'e' un altro filo rosso che collega tutte le azioni delle istituzioni nel tempo, ed e' la volonta' di manipolare l'opinione pubblica.  Gli scoiattoli grigi infatti hanno un grosso difetto: tendenzialmente risultano simpatici alla gente, che e' quindi in maggioranza contraria alla loro uccisione.

Non sorprende piu' di tanto che strutture essenzialmente tecniche non si pongano neppure il problema della legittimita' democratica del loro operato, e in assenza di consenso studino i mezzi per ottenerlo anziche' quelli per rispettare la volonta' popolare, ma queste sono considerazioni non strettamente legate al caso degli scoiattoli grigi.

Nel 2005 per esempio l'Universita' di Genova in un suo studio (1) pare rammaricarsi del fatto che la presenza degli scoiattoli grigi a Nervi abbia assunto un notevole valore sociale, ma se l'eradicazione gli appare al momento impossibile si ripromette di proseguire il monitoraggio sperando evidentemente in futuri cambi di scenario.



Gia' a inizio anni 2000 Bertolino e Genovesi (2) indicano come fondamentale la pianificazione di campagne di informazione, e molto importante il coinvolgimento delle associazioni ambientalistiche, che poi sono in effetti riusciti ad ottenere in conformita' alla loro strategia.



Gli stessi studiosi precisano che l'uccisione a mezzo di anestetici gassosi puo' essere percepita malamente dal pubblico, che la potrebbe assimilare all'uso di "camere a gas", e quindi commentano che a fini evidentemente di salvaguardia dell'immagine delle istituzioni potrebbe essere opportuno ricorrere invece alla dislocazione cervicale, ovvero in parole povere tirare il collo agli scoiattoli. 



Nel 2008 da un rapporto della Commissione di Berna (3) si apprende che le istituzioni interessate ritengono essenziale una strategia di comunicazione volta a minimizzare le reazioni dell'opinione pubblica, e il Ministero dell'Ambiente in particolare si dichiara disponibile a finanziare la campagna di comunicazione.





In un altro documento del 2010 (4) si legge che il piano di eradicazione dello scoiattolo grigio si materializza con un progetto finanziato dall'Unione Europea, che comprende una strategia di comunicazione che si propone tra l'altro di svolgere opera di lobby presso i centri decisionali, e di nuovo la campagna di comunicazione, che forse sarebbe piu' appropriato chiamare di persuasione di massa, viene menzionata in un documento del 2011 (5).





Gli sviluppi del progetto permettono in effetti di realizzare un sito teoricamente sullo scoiattolo rosso (6), ma in pratica progettato per generare ostilita' verso lo scoiattolo grigio: in esplicito (7) si dice che sono previste campagne di informazione per "stimolare un cambiamento di attitudine" del pubblico nei confronti dello scoiattolo grigio.  E' prevista anche la realizzazione di un DVD, ed e' previsto un monitoraggio dell'efficacia delle azioni di comunicazione.  Il MinCulPop di fascistissima memoria non avrebbe saputo fare di meglio.







Siccome poi e' noto che le menti e' piu' facile plasmarle quando sono in fase di formazione, non puo' mancare un progetto dedicato alla scuole, a partire dalle elementari, che prevede la realizzazione di brochure, kit didattici e anche un documentario per illustrare i "pericoli" dello scoiattolo grigio (8).



Ai giovani a quanto pare bisogna insegnare fin da piccoli che c'e' qualcuno che pensa per loro, e che uccidere non e' sbagliato, se ad essere ucciso e' un diverso.  Nessun accenno viene fatto ai valori dell'empatia, l'unico valore e' quello della conservazione dell'ordine cosi' come definito dalle autorita' superiori.  Nessuno spazio e' previsto per il contraddittorio e per l'esposizione di opinioni dissenzienti.

Nel giugno 2013 poi i responsabili del progetto Life EC Square hanno iniziato a far circolare un sondaggio "per verificare la propensione dei cittadini verso le attivita' di gestione dello scoiattolo grigio finalizzate alla conservazione dello scoiattolo rosso" (nell'ambito del gia' citato monitoraggio dell'efficacia delle azioni di comunicazione, si suppone); il sondaggio apparentemente viene finora diffuso attraverso una specie di passaparola tra amici e conoscenti, con preghiera di ulteriore diffusione ad altri amici e conoscenti, e questo gia' fa capire che qualcosa non va, perche' cosi' facendo a rispondere in massima parte saranno persone vicine alla cerchia dei controllori (leggi uccisori) di scoiattoli grigi, e questo naturalmente influenzera' i risultati.

La cosa del resto e' chiarissima agli estensori del sondaggio, che pudicamente precisano che "Il sondaggio online non prevedendo un campione deciso a priori e rappresentativo della popolazione italiana o di una sua parte non ha valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti e ha quindi lo scopo di permettere ai partecipanti di esprimere la propria opinione su questo tema".

A parte quindi l'inattendibilita' di base del sondaggio, cio' che e' piu' interessante e' che i suoi contenuti sembrano appartenere piu' alla sfera degli strumenti di condizionamento e pilotaggio dell'opinione pubblica che a quelli di rilevazione della stessa, e in effetti sconfinano nella scorrettezza metodologica, dato che propongono come verita' delle tesi che sono invece solo opinioni perlomeno discutibili; un esempio su tutti (ma le schermate del sondaggio ne conterrebbero molti altri): nel sondaggio si afferma che lo scoiattolo grigio americano (quindi straniero, con appello implicito alla xenofobia) sta causando l'estinzione dello scoiattolo rosso, che viene definito come unico scoiattolo nativo in Italia, per rafforzare l'appello menzionato.  Ora, a parte questo grottesco tratto di "nazional-scoiattolismo", e' un fatto che esiste una tesi contraria che sostiene che lo scoiattolo rosso non e' a rischio di estinzione, ne' a livello mondiale, ne' a livello europeo, e nemmeno a livello italiano; quale controprova nel maggio del 2013 il Ministero dell'Ambiente ha pubblicato la lista rossa delle specie a rischio di estinzione in Italia, dove lo scoiattolo rosso e' inequivocabilmente censito come specie NON a rischio, ma naturalmente questo il sondaggio non lo dice.



Su come NON si dovrebbero realizzare i sondaggi puo' essere interessante la lettura di quanto scriveva nel 2003 Elio Brusati, direttore scientifico dell'Istituto Doxa, in un articolo pubblicato dall'Universita' Bocconi (9):

"C'e' poi un altro tipo di domande che gli esperti seri dei sondaggi rifiutano di fare, o almeno - se richiesti insistentemente di farle - propongono di modificarle almeno nella forma, perche' e' ragionevole presumere che possano risultare devianti e cioe' tali da poter influenzare, con la loro forma o per i riferimenti che contengono, la risposta di una parte degli intervistati. Non importa se il potere deviante sia stato effettivamente provato: la sola ragionevolezza del sospetto che un tale potere possa averlo rende la domanda cattiva per un sondaggio. Uno dei difetti di questo tipo e' dato dalla presenza nella domanda di espressioni retoriche o di sottintesi che possono presumere che l'aspettativa del redattore del questionario sia quella di ottenere una risposta piuttosto che un'altra, o che la " verita' " sia quella su cui si pone una speciale enfasi. Per esempio: " E' vero che lei preferisce i prodotti nazionali ai prodotti esteri?". L'effetto presunto come deviante e' prodotto da quell' " E' vero...?", che fa presumere come scontata, anzi doverosa, l'adozione del criterio nazionalistico o patriottico: l'intervistato incerto, specialmente quello timido, che non vorrebbe mai deludere il proprio interlocutore, trova comodo scegliere la risposta "patriottica", mentre, in assenza della forma deviante, si sarebbe forse rifugiato nel "non so".

Citiamo l'esempio di un caso ancora piu' rilevante, di una domanda effettivamente rivolta in un sondaggio, effettuato durante una delle passate crisi di governo: " Se il Presidente della Repubblica nominasse un Capo del Governo al di sopra delle parti, lei pensa che, per il bene del paese, si dovrebbe votare dopo aver fatto le riforme piu' urgenti, oppure si dovrebbe votare subito? ". Evidentemente oggetto del dibattito in corso al momento del sondaggio erano due tesi contrapposte: formare un governo di attesa con obiettivi limitati, oppure andare subito alle elezioni anticipate. Ma nel testo della domanda una delle due tesi (quella del governo d'attesa) appariva indorata da ben tre connotazioni di tipo "virtuoso": 1) un Capo del Governo al di sopra delle parti; 2) per il bene del Paese; 3) (che farą / che sapra' fare) le riforme pił urgenti. Invece l'altra tesi (quella delle elezioni anticipate subito), era liquidata con poche parole, senza alcuna connotazione virtuosa, salvo forse quella - peraltro appena percettibile - nascosta nell'avverbio subito, che agli amanti della sbrigativita' efficiente potrebbe anche piacere. E' evidente che nella domanda c'e' un grave squilibrio: manca quella par condicio, tra l'esposizione delle due tesi a confronto, che avrebbe potuto evitare che parte dei soliti indecisi (naturalmente i "gia' decisi", per l'uno o l'altro partito, non sono sospetti di lasciarsi influenzare dalle sfumature della domanda) scegliessero la tesi che sentivano come la meglio "argomentata", solo perche' tale. E' facile convincere, anche li' per li', degli indecisi: basta esporli all'indoratura di una sola tesi, lasciandone sguarnita l'altra, proprio come ha fatto l'autore del nostro esempio (e come fa sempre il comiziante abile). Eppure i sostenitori della tesi delle elezioni anticipate avrebbero ben saputo proporre le due o tre "connotazioni virtuose", con cui indorare anche la loro, se quell'autore avesse avuto la pazienza di ascoltare anche la loro voce, com'era suo dovere, per evitare quel vizio che oggi viene detto del doppiopesismo (usare "due pesi e due misure"). Nei sondaggi va piuttosto usato quell'altro neologismo, non importa se altrettanto brutto, che e' il cerchiobottismo (dare " un colpo al cerchio ed uno alla botte")."

Sempre per constatare la raffinata programmazione delle tecniche di persuasione dell'opinione pubblica e' interessante anche la lettura dell'allegato tecnico alla delibera di giunta regionale ligure 1539 del 2013 (10), che accordava 19.609 euro a Legambiente Liguria per lo svolgimento di un'attivita' "informativa" ormai chiarissima in contenuti, metodi e finalita'.

(1) http://www.italian-journal-of-mammalogy.it/article/view/4342/4278
(2) Sito Ministero dell'Ambiente
(3) Documentazione della Convenzione di Berna
(4) Documentazione della Convenzione di Berna
(5) Documentazione della Convenzione di Berna
(6) Sito rossoscoiattolo.eu
(7) Sito rossoscoiattolo.eu
(8) Sito rossoscoiattolo.eu
(9) Articolo pubblicato dall'Universita' Bocconi
(10) Allegato tecnico alla delibera di giunta regionale ligure 1539 del 2013

febbraio 2014
Informativa sulla privacy